Disturbi alimentari in età evolutiva

I disturbi alimentari in età evolutiva
I disturbi dell’alimentazione nell’infanzia e nell’adolescenza sono disordini del normale fluire dell’alimentarsi, diffusi sempre più con sfumature che si avvicinano ai disturbi del comportamento alimentare dell’adulto. Ad oggi si osserva sempre più spesso lo spostamento dell’insorgenza di tali problemi a fasi precoci dell’esistenza dell’individuo.
I disturbi dell’alimentazione che si presentano in età evolutiva non possono essere ridotti a problemi inerenti unicamente la nutrizione, ma coinvolgono la sfera emotiva, cognitiva, comportamentale e relazionale sia dell’individuo che ne è afflitto sia di chi lo circonda, come l’ambiente familiare. Per un corretto inquadramento diagnostico e un efficace intervento è necessaria l’integrazione tra medicina e psicologia, il cui obiettivo comune è quello di ripristinare lo stato di benessere psicologico e la qualità stessa di vita. L’approccio adottato nei confronti di questa categoria di disturbi è di tipo integrato e coinvolge diverse figure professionali (neuropsichiatra infantile, psicologo, pediatra, nutrizionista).
Anoressia nervosa
L’anoressia nervosa si caratterizza per il tentativo da parte del bambino di perdere peso o di evitare l’aumento ponderale, tramite l’evitamento o la restrizione dell’assunzione di cibo, il vomito autoindotto o l’abuso di lassativi (più raramente), l’iperattività o, più frequentemente, grazie ad una combinazione di questi comportamenti.
Nel rifiutare il cibo possono riferire diverse motivazioni: la paura di ingrassare, la presenza di una sensazione di pienezza, perdita di appetito, dolori all’addome, o la difficoltà a deglutire.
Nell’anoressia nervosa il peso diminuisce in modo tale da non consentire più al bambino di crescere e progredire con il normale sviluppo; poiché il bimbo è in fase di crescita, la mancanza di incremento ponderale può essere considerata equivalente alla perdita di peso nel soggetto adulto.
I bambini con anoressia nervosa hanno pensieri e preoccupazioni riguardanti il loro peso, la forma del proprio corpo, il cibo e l’alimentazione; spesso pensano, pur essendo sottopeso, di essere in sovrappeso o grassi, o temono di diventarlo. In genere sono profondamente insoddisfatti del loro aspetto corporeo, e queste preoccupazioni influenzano il loro comportamento e il tentativo di gestire il loro peso (ad es., possono diventare esperti nel conteggio delle calorie).
Benché più comune tra le femmine, circa il 10% dei soggetti con anoressia nervosa sono maschi.
Nei ragazzi, rispetto alle femmine, la forma fisica sembra essere più importante del peso; sono infatti più preoccupati di non essere in buona salute o in un buon stato fisico e potrebbero non essere così interessati a perdere peso, ma piuttosto cercano di prevenire lo sviluppo di un corpo flaccido. Tuttavia, il risultato finale è molto simile, poiché anch’essi evitano cibi grassi o considerati poco salutari, spesso svolgono eccessivo esercizio fisico e, di conseguenza, perdono peso.
Bulimia nervosa
La bulimia nervosa si caratterizza per la presenza di episodi di abbuffata durante i quali il bambino mangia in un definito periodo di tempo una quantità di cibo significativamente maggiore rispetto a quello che la maggior parte dei coetanei mangerebbe nello stesso tempo e in circostanze simili.
Durante questi episodi il bambino ha la sensazione di perdere il controllo e può mangiare strane combinazioni di diversi cibi o enormi quantità dello stesso cibo. Successivamente si sente fortemente in colpa e prova disgusto verso se stesso; per questo finisce per adottare dei comportamenti compensatori come, ad esempio, il vomito autoindotto, il digiuno prolungato, esercizio fisico eccessivo o la combinazione di tutte queste strategie; il comportamento più comunemente utilizzato da bambini ed adolescenti con questo disturbo è il vomito auto-indotto.
Anche in questo caso, caratteristica centrale del disturbo sono le preoccupazioni per il peso e per la forma del corpo, che si manifestano nel tentativo di evitare l’aumento di peso.
Nei maschi il disturbo è raro; le bambine che soffrono di bulimia sono solitamente normopeso o leggermente sovrappeso e quindi il loro disturbo alimentare è meno evidente rispetto alla mancata crescita o forte perdita di peso che si verifica nelle ragazzine con anoressia.
Disturbo Emozionale con Evitamento del Cibo
Questi bambini soffrono generalmente di disturbi emotivi come tristezza, preoccupazione o ossessioni che sembrano interferire con l’appetito e con le loro modalità alimentari; possono ritrovarsi in condizioni fisiche molto precarie, con peso molto basso e difficoltà nella crescita.
I bambini con questo disturbo sono più giovani di quelli con anoressia nervosa e presentano una diffusione praticamente equa tra maschi e femmine.
A differenza dell’anoressia e della bulimia nervosa, questi giovani non hanno preoccupazioni e opinioni distorte circa il peso o la forma del corpo, sanno di essere sottopeso e vorrebbero ingrassare ma non conoscono il motivo di questa difficoltà. Presentano facilmente anche inspiegabili sintomi medici e i loro genitori spesso attribuiscono la perdita di peso ad un disturbo fisico non diagnosticato.
Alimentazione selettiva
Questi bambini mangiano solo pochi tipi di alimenti, generalmente cinque o sei cibi differenti e possono prestare molta attenzione alla marca o al luogo in cui sono stati comprati; la loro dieta di solito è ricca di carboidrati ed include spesso pane, patate o biscotti.
Quando viene richiesto al bambino di mangiare un cibo nuovo, si va solitamente incontro ad una forte resistenza: reagisce generalmente con ansia e può arrivare a manifestare sforzi di vomito o soffocamento. Molti individui possono rifiutare il cibo in base a caratteristiche sensoriali come il gusto, l’odore, la consistenza, l’aspetto, il colore, la temperatura, e risultano particolarmente sensibili alle minime variazioni di tali qualità.
La richiesta d’aiuto generalmente è dovuta all’impatto che il disturbo ha sul funzionamento sociale del ragazzo; con la crescita infatti il bambino partecipa sempre più a eventi che coinvolgono il gruppo dei pari, e in queste occasioni l’alimentazione può rivelarsi un problema. Situazioni che generalmente portano alla richiesta d’aiuto sono feste di compleanno, pigiama party, gite scolastiche, cene di classe.
Questi bambini non presentano preoccupazioni per il peso o la forma del corpo e non hanno una percezione distorta della propria immagine corporea; molto spesso presentano un peso e un’altezza adeguate all’età, e la loro crescita non sembra essere influenzata dalle loro abitudini alimentari.
Per quanto concerne il decorso del disturbo, nella maggior parte dei bambini esso tende a risolversi spontaneamente: durante l’adolescenza infatti l’influenza dei pari diventa sempre più importante e il bisogno di adeguarsi e conformarsi al gruppo spesso porta ad una mitigazione dei limiti relativi all’alimentazione selettiva; da adulti possono comunque continuare ad essere abbastanza meticolosi rispetto ai gusti alimentari.
Alimentazione restrittiva
Esistono delle condotte alimentari che, nonostante si discostino dalla normalità, non costituiscono una vera e propria patologia.
È il caso dell’alimentazione restrittiva: alcuni bambini in età prescolare passano tale fase restringendo la scelta dei cibi e diminuendone la quantità, ma ciò non ha nulla di patologico; sono bambini che hanno semplicemente poco appetito e sono poco interessati al cibo.
Nonostante ciò, essi riescono a crescere regolarmente e non stanno male se non li si forza a mangiare; come nell’alimentazione selettiva, non si preoccupano del peso o dell’immagine corporea, non hanno una visione distorta del loro corpo ed hanno generalmente una normale autostima.
Anche in questo caso se lo sviluppo procede in modo adeguato non vi è motivo di preoccuparsi.
Fobia/paura specifica con evitamento dell’alimentazione
Questi bambini hanno una fobia per il cibo e lo evitano non perché sono preoccupati per la forma fisica o il peso del loro corpo o perché vogliano dimagrire, ma perché temono il cibo stesso; si preoccupano infatti di mettere il cibo in bocca e di deglutirlo per paura che vada di traverso, per paura di vomitare o di dover andare in bagno, di soffocare, o di essere avvelenati.
Non è insolita qualche esperienza traumatica: a volte un banale incidente come un boccone andato di traverso, un’indagine gastrointestinale traumatica, aver mangiato un cibo avariato o aver sofferto di un attacco di diarrea e vomito dove il bambino si è sentito male in pubblico; un incidente in cui un pezzo di cibo sia rimasto incastrato in gola, o esperienze di abuso che vengono associate con particolari tipi di consistenza del cibo.
Iperalimentazione compulsiva
Alcuni bambini mangiano molto fin dalla prima infanzia e persistono nella stessa modalità durante la preadolescenza e l’adolescenza. Il tentativo dei genitori di far seguire loro una dieta raramente ha successo e di conseguenza finiscono con l’essere in sovrappeso.
Diversamente da quanto avviene nell’anoressia o nella bulimia, questi bambini non fanno alcun tentativo per controllare il proprio peso tramite vomito autoindotto, iperattività, restrizione alimentare o uso di lassativi e non sono insoddisfatti del loro corpo o della loro taglia. Con la bulimia nervosa hanno però in comune la tendenza a mangiare molto quando sono stressati o quando sono a disagio.
Il mangiare in modo compulsivo si riscontra con frequenza sovrapponibile in entrambi i sessi, colpisce circa il 5% dei bambini e tende a riproporsi nelle famiglie.
Le complicanze fisiche di questo disturbo sono quelle del sovrappeso e dipendono da quanto quest’ultimo sia elevato. Il bambino sovrappeso tende a diminuire l’attività fisica ed il dispendio energetico; tuttavia è frequente che bambini obesi abbiano un senso di fame e sazietà veramente basso e sviluppino pattern di comportamento di iperalimentazione.